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PATIO POETI PRESENTA 'INTERRUZIONI'

INTERRUZIONI - di Camilla Ghedini

Casa Operaia, Viale della Repubblica 26

Martedì 28 giugno, ore 21

Introduce, Francesca Aria Poltronieri, assessore alla Cultura

Dialoga con l'autrice, Fabrizio Resca, Presidente Circolo Letterario Il Patio dei Poeti


La maternità non è un diritto. La genitorialità non è un dovere. La famiglia non è necessariamente luogo di felicità e realizzazione. I figli non sempre si amano. E' Interruzioni (Giraldi Editore), che sarà presentato martedì 28 giugno, alle 21, alla Casa Operaia, da Fabrizio Resca, presidente Circolo Letterario Il Patio dei Poeti, con introduzione dell'assessore alla Cultura, Francesca Aria Poltronieri. Cento pagine in cui la giornalista Camilla Ghedini affronta il tema delicato della non-maternità. Un campo emotivo inesplorato al di là del comune, ancora non sondato fino in fondo e inteso spesso come privazione che diventa sottrazione. O scelta egoistica, che toglie il diritto di parlare a chi una pancia non l'ha mai avuta. Eppure di quella pancia conosce il desiderio, che non vince tuttavia sulla paura di non amare, di non riuscire ad amare come si dovrebbe. Attraverso la storia di 4 donne molto diverse tra loro, Ghedini accompagna il lettore nell'universo complesso di una diversa o negata maternità, per sondarne aspirazioni, fantasie, aspettative, fissazioni, sbagli. Come il titolo suggerisce, si tratta in tutti i casi di interruzioni: la morte, l'abbandono, la ferita, l'aspirazione troncata. Ogni racconto esaspera, volutamente, ciò che la vulgata; vorrebbe contro natura. In ogni racconto, di pura fantasia, la protagonista svela, con la formula del monologo, del dialogo, del flusso di coscienza, la sua personale sospensione di un percorso: è la rinuncia volontaria alla procreazione, l'infanticidio, la malattia e la scelta della morte spiegata a una madre «mai stata tale». C'è il desiderio-fissazione di una figlia forse neppure mai concepita che si interseca a un'altra discontinuità, quella della coppia. Con una interlocuzione in cui il tu diviene altro da sé, e un ritmo scandito da veloci domande, risposte, volute ripetizioni - quasi ad evidenziare l'ossessività dei pensieri - il testo non è privo di un anelito di speranza. 
Come rileva Marilù Oliva nella prefazione, «non è un caso che le quattro chiose avvengano con parole quali amore, bene, felicità, vita - perché per dirla alla maniera di Goethe, è proprio vero che dove c'è molta luce, l'ombra è profonda».

(Comunicato a cura dell'autrice)

In foto - da Facebook - l'autrice, Camilla Ghedini

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